Narrazioni 2007 - Artisti

Narrazioni 2007 
UMBERTO SABA
Umberto Saba
Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli, poeta e scrittore ritenuto fra i più grandi del Novecento italiano, nacque a Trieste nel 1883. Crebbe con la madre e due zie sotto la tutela dello zio, essendo stato abbandonato dal padre prima ancora della nascita, evento che segnò la sua infanzia. L’adolescenza e la giovinezza trascorsero tra molteplici esperienze, spesso irregolari, anche nel campo degli studi, mentre la composizione delle prime poesie (soprattutto sonetti, influenzati dalle letture di Parini, Foscolo e in particolar modo del Leopardi e del Patrarca) e dei primi racconti diede subito buoni risultati. Nel 1909 sposò Carolina Wöfler, da cui ebbe nel 1910 la figlia Linuccia. Nel 1911 pubblicò, con lo pseudonimo di Saba (forse un omaggio alle sue origini ebraiche oppure all’adorata balia che lo allevò nei primi anni di vita), il suo primo libro Poesie, a cui fece seguito, nel 1912 la raccolta Coi miei occhi (il mio secondo libro di versi)Il corso della sua vita fu segnato da diverse crisi psicologiche, causate da vari eventi fra cui il tradimento della moglie, fino a che, fra il 1929 e il 1931, decise di mettersi in analisi a Trieste con il dottor Edoardo Weiss, allievo di Freud. Proprio il secondo ventennio del secolo e l’inizio del successivo furono densi di eventi significativi per il poeta: nel 1922 vide la luce Canzoniere (1900-1921) che raccoglieva tutta la sua produzione poetica in redazione leggermente modificata rispetto alla bozza del 1919; in quello stesso anno iniziò a collaborare alla rivista Primo Tempo sulla quale apparvero alcune sezioni del nuovo libro, Figure e Canti, che verrà pubblicato nel 1926. Iniziò inoltre a frequentare i letterati riuniti intorno alla rivista Solaria che nel 1928 gli dedicò un intero numero, mentre la critica andava scoprendo il poeta e i nuovi giovani scrittori e poeti, come Giovanni Comisso, Pier Antonio Quarantotti Gambini e Sandro Penna, cominciavano a considerarlo un maestro. Sia prima che durante la seconda guerra mondiale fu perseguitato a causa della sua origine ebraica: in particolare, dopo l’armistizio del 1943, dovette vivere nascosto a Firenze insieme alla moglie e  alla figlia, cambiando appartamento innumerevoli volte; in questo periodo gli sarà di conforto l’amicizia di Montale e Carlo Levi. Nel dopoguerra, oltre alla collaborazione con il Corriere della Sera, la pubblicazione di Scorciatoie, la sua prima raccolta di aforismi, giunsero alcuni significativi premi: nel 1946 vinse ex aequo con Silvio Micheli il primo Premio Viareggio per la poesia del dopoguerra al quale seguirono nel 1951 il Premio dell'Accademia dei Lincei e il Premio Taormina mentre l' Università di Roma gli conferì, nel 1953, la laurea honoris causa. Umberto Saba morì nel 1957 a Gorizia. La sua opera, che comprende, oltre alle poesie e alle opere di narrativa e prosa varie, anche importanti epistolari, lasciò inizialmente perplessa la critica, che giudicò i suoi versi poco dotati di freschezza ed originalità; oggi a Saba viene riconosciuta la ricerca della verità attraverso parole quotidiane, le “parole senza storia”: tutti gli aspetti della vita giornaliera vengono espressi attraverso queste parole. La donna amata (la moglie, Lina nelle poesie) diventa una sorta di appoggio concreto nell’esistenza di tutti i giorni, mentre Trieste, la sua città, rappresenta l’espressione del suo stato d’animo. Proprio questo forte legame con il quotidiano fa sì che Saba si renda compartecipe dei sentimenti espressi nella poesia, mostrando, nei confronti di ciò che racconta, una forte affettuosità.

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