Alberto Mencherini

Il territorio

Quella mattina Kyle stava spaccando la legna. Era una magnifica giornata estiva nella Lousiana orientale e, tra i rami degli alberi, gli uccelli cantavano mentre le rane gracidavano nel Mississipi, tra le piante acquatiche. La casa dove abitava era situata proprio al centro della vasta palude: una struttura su due piani in legno di pino. Si asciugò il sudore sulla fronte col dorso della mano destra, quando una voce risuonò alle sue spalle.

"Ti serve aiuto?" gli chiese Brenda, appoggiata allo stipite della porta.

I capelli castani e ondulati le ricadevano sulle spalle; indossava un paio di jeans blu scuri e un'aderente camicetta bianca che le metteva in risalto i seni.

Il ragazzo si volse nella sua direzione le sorrise e fece cenno di no.

"Ho finito qui" disse raggiungendola e baciandola appassionatamente.

Kyle aveva trent'anni, i capelli neri, corti e mossi, gli occhi azzurri e un fisico scolpito.

Con Brenda, la sua donna, che aveva tre anni meno di lui, aveva preso una decisione nel luglio del 2008: lasciarsi alle spalle il caos cittadino per la vita in mezzo alla natura.

Mentre i due continuavano a scambiarsi baci, un' altra voce interruppe quel momento perfetto.

"Papà!"

Il giovane lasciò Brenda e salutò il figlio "Buongiorno dormiglione!" disse accarezzandolo sulla testa.

"Oggi mi porti al fiume?"

"No" rispose Kyle al bambino cambiando d'improvviso espressione.

"Ma papà..."

"Non insistere Jake!" esclamò bruscamente l'uomo.

Brenda gli sussurrò all'orecchio "Un giorno o l'altro dovrai portarcelo per forza."

Il giovane salì al piano superiore, andò in bagno e si lavò.

Poi raggiunse la propria camera e aprì l'armadio da dove prese una camicia marrone chiara.

Se la abbottonò e ridiscese al pianterreno.

I tre si sedettero a tavola: "La colazione è pronta" annunciò Brenda.

Mentre la famiglia Wilson iniziava la giornata, un uomo stava scappando lungo il fiume.

"Aiuto! Qualcuno mi aiuti!" gridò.

Si fermò sull'altra sponda, gli occhi che scrutavano gli alberi e l'acqua.

Il respiro divenne affannoso.

Poi, all'improvviso, un fruscio ...

Con la coda dell'occhio intravide un movimento alla sua sinistra.

Non appena si girò, lo vide: il cuore gli balzò in gola, tentò di fuggire ma il suo aggressore fu più veloce. Il Bocca di Cotone lo morse al volto. Una delle zanne velenifere si conficcò nell'occhio destro, l'altra in profondità nella guancia.

L'urlo dell'uomo riecheggiò nella palude, finché giunse alle orecchie dei Wilson.

"Cos'è stato?" chiese Kyle, impietrito.

Non aveva mai sentito un suono del genere, terrore e disperazione allo stato puro.

"Kyle..." disse Brenda con voce soffocata.

"C'è l'uomo cattivo papà?"

"Non lo so..."

Il ragazzo si alzò e andò alla finestra.

Era tutto tranquillo ... troppo tranquillo, forse.

Il giovane caricò il fucile e uscì sulla veranda; non c'era più alcun suono, gli uccelli non cantavano più, non sentiva nemmeno più le rane.

Si volse verso la famiglia "Vado a vedere al fiume, rimanete qui."

Kyle raggiunse il punto da cui avevano sentito venire l'urlo: sulla sponda del fiume era riverso il corpo di un uomo. Quando lo girò, per poco non gli venne un infarto: un morso gli sfigurava il volto e la parte colpita era già andata in cancrena: la pelle era violacea, alcune zone si erano staccate mostrando i vasi sanguigni sottostanti.

"Santo cielo!" esclamò Kyle indietreggiando per la paura.

Si coprì la bocca per soffocare un conato di vomito.

Sentì il cuore che dal petto gli era balzato in gola.

Faticava a respirare.

Improvvisamente dalla vegetazione davanti a lui uscì un Bocca di Cotone: la sua testa era grande quanto la sua mano aperta e il corpo, ricoperto di squame nere e lucide, largo quanto il suo polpaccio.

Gli occhi erano due sfere di bronzo dorato.

Kyle imbracciò il fucile, il Bocca di Cotone aprì le fauci rivelando le zanne del veleno erette e pronte a scattare su di lui.

Il ragazzo sparò ma il rettile si rifugiò nel bosco.

"Pronto? 911?" disse Kyle "Sì senta, dovete venire subito, è stato ucciso un uomo. E' stato un Bocca di Cotone. Chiamo dalla Lousiana orientale, mi chiamo Kyle Wilson. Io l'ho solo sentito urlare, ma sono arrivato tardi."

Dopo aver fatto la segnalazione, il ragazzo tornò a casa, sconvolto dall'incontro.

Brenda camminava avanti e indietro sotto la veranda, quando lo vide tornare con il fucile in spalla.

"Che cos'è successo?"

Ma lui si limitò a sedersi e lasciò cadere l'arma sul tavolo.

"Di chi era quell'urlo?"

Aveva ancora impressa negli occhi quella scena. La ragazza lo scosse per le spalle e a quel punto il giovane uomo si riprese.

"Perché siamo venuti qui Brenda..." disse.

"Cos'hai visto? Sei pallido come un cadavere."

"Potevo esserci io al suo posto." proseguì Kyle.

"Al posto di chi? Parlami!"

"C'era un uomo al fiume. Morto." Kyle aveva lo sguardo perso nel vuoto.

Brenda si sedette accanto a lui "Cosa? E chi era?"

"Non lo so. Non lo conoscevo."

"Com'è morto?"

Al ragazzo tornarono in mente le vivide immagini della mostruosa ferita, la carne che si stava disgregando, divorata dall'interno.

"Un Bocca di Cotone."

Kyle e Brenda non dissero niente al figlio ma gli raccomandarono di non andare a giocare al fiume.

"Il fiume è pericoloso, hai capito Jake? Anche per papà. Promettimi che non ci andrai."

"Promesso."

La notte trascorse tranquilla per tutti, animali e umani ...

... O quasi: Kyle sognò di trovarsi su un prato verde insieme a Jake e Brenda, che sorridevano contenti. All'improvviso da una pozza si materializzò la testa di un Bocca di Cotone che uccise prima la donna e poi il bambino. Sulle loro facce comparvero i segni della cancrena.

Il ragazzo, sudato e ansimante, si svegliò di soprassalto.

Non riusciva a dimenticare quell'incontro, guardò la sveglia sul comodino: segnava le 6:00.

Si alzò, si vestì e uscì. Tanto gli sarebbe stato impossibile riprendere sonno.

Discese più piano che poté le scale e salì in auto, imboccò l'unica strada che conduceva alla città più vicina.

"Non voglio andarmene da questo posto, se c'è un problema lo risolverò" si disse mentre parcheggiava davanti ad un'armeria.

"Buongiorno signore! In cosa posso esserle utile" gli chiese il negoziante.

"Posso dare un'occhiata in giro?" rispose Kyle.

"Ma certo."

"Grazie."

Kyle osservò con attenzione tutte le armi in vendita, che andavano dai coltelli a scatto fino alle balestre. Finalmente, poi, trovò quello che cercava: una Magnum .44 era appesa alla parete di fronte a lui.

"Quanto viene questa?" chiese al venditore.

"Trentacinque $. Se posso permettermi, signore, che problema ha?"

"Un tipo di problema che si chiama Bocca di Cotone."

"Capisco. Anche un mio amico ha avuto la peggio con una di quelle bestiacce!" esclamò battendo il pugno sul palmo dell'altra mano.

"Sono preoccupato per la mia famiglia: se dovesse succedergli qualcosa, penso che potrei impazzire."

Kyle acquistò la pistola con una scatola di proiettili e fece ritorno a casa.

Brenda e Jake stavano facendo colazione.

"Dove sei stato?" gli chiese il curioso figlioletto.

"Papà doveva andare in città" rispose Kyle nascondendo la busta con la pistola dietro la schiena.

Quando il bambino si fu allontanato il ragazzo disse alla compagna "Ho comprato questa per proteggervi, per proteggerci tutti. Dopo ciò che ho visto non ero più sicuro che bastasse un fucile."

"Hai fatto bene, dopo quello che mi hai raccontato ... Non so che farei se capitasse a nostro figlio!"

rispose Brenda abbracciandolo.

Kyle nascose l'oggetto nel proprio armadio, lontano dalle mani di Jake.

Spostando i vestiti, ne trovò uno che lo riportò indietro nel tempo.

A Cincinnati, in Ohio; non era certo la prima volta che aveva a che fare con dei serpenti, ma quell'esemplare era il più spaventoso che avesse mai incontrato.

Nella città in cui aveva vissuto da solo, Kyle aveva solo due hobby: il nuoto e i serpenti.

Una mattina, come ormai faceva da un anno, si recò al lavoro; la struttura si affacciava sulla strada principale e aveva la forma di una grande capanna, coperta da foglie di palma.

La scritta "Reptilhouse" campeggiava su un cartellone che indicava quella direzione; Kyle entrò nell'ambiente: i terrari erano incassati nelle pareti, c'erano 35° e un'umidità tropicale.

I neon sul soffitto illuminavano gli animali con una spettrale luce bianca.

Il bancone occupava il posto all'ingresso e sopra di esso c'erano i biglietti e i depliantes.

Un cartello vietava di fare fotografie e usare cellulari durante le visite.

Il giovane raggiunse lo spogliatoio, dove indossò la divisa verde scura bordata di bianco, appese il cartellino al taschino e uscì.

"Inizia a pulire i vetri, tra un po' arriverà un bel po' di gente" gli suggerì un collega.

"Magnifico, è importante che vengano a vederli qui, così potranno rispettarli come loro fanno con noi" pensò Kyle mentre prendeva il necessario.

Raggiunse il primo terrario: l'etichetta recitava "Cottonmouth".

Mentre puliva il vetro dal vapore acqueo, il serpente gli si avventò contro "Quest'esemplare è troppo agitato. Potrebbe farsi male"

"E' un po' che si comporta così" gli rispose un uomo, alle prese con le gabbie dei grandi costrittori.

Kyle osservò l'animale mentre andava a bere.

Passò al prossimo terrario, dove riposava sorniona la mortale Vipera Soffiante, che fu presto seguita dai brillanti colori del Serpente Corallo, del Fer-De-Lance, del Cascavel e delle varie specie di cobra, vipere, mamba e serpenti a sonagli.

Kyle era affascinato dalla loro forma, dai colori, dalla varietà e dal potere del loro veleno.

Il giorno si avvicinava e, all'insaputa del bambino, i preparativi erano quasi finiti.

"Palloncini?" chiese Brenda spuntando le voci da un block-notes.

"Affermativo."

"Tovaglioli de "Il Re Leone"?"

"Ci sono."

"Posate e bicchieri coordinati?"

"Presenti!"

"Il cartellone!"

"Tranquilla, ci ho pensato io."

"Coca Cola?"

"C'è."

"Aranciata?"

"Anche."

"Cosa manca? Alla torta ho pensato io."

"Hamburger e patatine fritte?"

"Non mancheranno mai in questa casa."

"Allora, siamo pronti."

Kyle e Branda si strinsero la mano dicendo "Ottimo lavoro, collega".

Risero.

Il giorno dell'ottavo compleanno di Jake fu un successo.

Accendendo la t.v. per sentire il notiziario mattutino, Kyle e Brenda videro un cerchio rosso alla destra della giornalista, al suo interno c'era la testa di un Bocca di Cotone.

"E ora passiamo alla cronaca locale: sono già tre le vittime accertate di un Bocca di Cotone che si aggirerebbe nelle nostre paludi. La prima è stata segnalata alle autorità da un privato cittadino, il corpo dell'uomo giaceva sulla sponda Nord del Mississipi. La seconda vittima è stata un cervo, di cui vediamo le immagini"

Sullo schermo apparvero le fotografie dell'animale, il collo era gonfio in modo abnorme e dai due fori usciva un liquido giallo e denso.

"La terza risale a due ore fa: purtroppo si tratta di un bambino, stava giocando con le rane, quando la madre l'ha sentito urlare. Quando la donna è giunta sul posto, ha trovato il cadavere del piccino supino in acqua e su di esso era acciambellato un Bocca di Cotone."

A Kyle e Brenda vennero i brividi al solo pensiero che quel bambino fosse stato il loro Jake!

"Ho paura, cosa facciamo?" disse Brenda.

"Aspetta" le disse il giovane stringendola a sé.

Alla giornalista venne portato un foglio da un assistente in studio, un lieve sorriso si accese sulle labbra della ragazza che annunciò "Il mostro è stato catturato, non dobbiamo temere più per i nostri figli. Abbiamo in collegamento il nostro inviato dal Centro del Dott. Richard Grant.

A te la parola Mark"

Un ragazzo dai capelli biondi e scompigliati apparve sullo schermo, si trovava in una stanza bianca circondato da molteplici gabbie: gechi, iguane, caimani, boa costrittori e altri animali emettevano i loro richiami.

"Grazie Janet, mi trovo qui al "Centro Erpetologico" dove il Bocca di Cotone è stato chiuso in un apposito terrario. Venite, ve lo mostro" disse mentre la telecamera lo seguiva nella stanza adiacente.

Lì un uomo in camicia hawaiana accolse Mark spiegando agli spettatori "Sì il Bocca di Cotone è questo".

L'animale non era affatto contento di tutte quelle attenzioni, soffiava e sibilava, non potendo uscire dalla sua prigione.

"Allora, come l'ha catturato?" chiese il giornalista.

"Stavo facendo ritorno al Centro, quando ho notato qualcosa di scuro vicino all'acqua, mi sono avvicinato e l'ho visto."

"L'ha attaccata, giusto?"

"Come un fulmine. Non è stato facile...Dopo un po' ha iniziato a perdere le forze. E' stato in quel momento che l'ho catturato."

"Complimenti. Adesso che fine farà?"

"Nessuna. Queste paludi sono il suo habitat, ma è diventato un pericolo. Resterà qui al Centro."

"Grazie Dott. Grant. A te la linea Janet."

Kyle spense l'apparecchio e guardò Brenda "Ehi, hai visto? L'hanno preso. "

Lei sorrise forzatamente e abbracciò di nuovo il compagno.

In quel momento Jake scese le scale "Perché piangi mamma?"

"Non è niente. Vieni qui."

... Qualche settimana dopo ...

"Papà oggi mi porti al fiume?" chiese per l'ennesima volta il bambino.

"Sai che ti dico?"

Jake lo guardava, in un silenzio carico d'attesa arrivò la risposta.

"Sì! Ci andremo tutti e tre. Va' a prendere il costume."

Jake abbracciò il padre che sorrise, corse come un fulmine su per le scale.

"Che aspetti? Non vedo l'ora di rinfrescarmi un po'. Tu no?"

"Certo" rispose Brenda baciandolo.

Quando il bambino riscese al pianterreno, aveva in mano due costumi, "Tieni papà"

Kyle non potè far a meno di ridere e i tre si avviarono verso il tratto del Mississipi dove l'acqua era più limpida.

Lasciarono i vestiti sulla ghiaia insieme alla radio accesa.

Kyle la sintonizzò su un canale che trasmetteva canzoni pop.

I Wilson erano circondati dagli armoniosi suoni della natura, un airone bianco pescava a poca distanza da loro, le rane gracidavano e dei coccodrilli non c'era alcuna traccia.

Kyle, Jake e Brenda nuotavano nelle acque del fiume.

La giovane donna teneva per le braccia il figlioletto insegnandogli a stare a galla.

All'improvviso dalla radio venne un voce che diceva "Informiamo tutti gli abitanti che il Bocca di Cotone, responsabile dei tre morti delle settimane precedenti, è scomparso dal Centro del Dott. Grant. Lo scienziato è stato rinvenuto morto a poca distanza."

Ma gli schizzi e le loro risa sovrastarono la notizia.

All'improvviso uno stormo di uccelli si levò dal bosco, le rane saltarono via e i pesci si immersero in profondità.

Il ragazzo guardava Brenda e Jake, non era mai stato così felice in tutta la sua vita.

Dalla sponda ghiaiosa una presenza li osservava: ora il padre, ora la madre, ora il figlioletto ...

Pensavano di essere in tre, invece, erano in quattro: mentre la giovane madre giocava con Jake, il Bocca di Cotone entrò in acqua, silenzioso come un felino che prepara l'attacco.

Quando aprì gli occhi, Brenda vide l'animale alle spalle del compagno.

"Kyle!"

"Che c'è?" chiese lui sorridente.

"Dietro di te!" gridò lei.

Il ragazzo si voltò: adesso il volto di Kyle e il muso del Bocca di Cotone erano l'uno di fronte all'altro.

Gli occhi bronzei del rettile scrutavano in quelli azzurri di terrore del giovane.

Un movimento della mano destra insospettì l'animale.

Scattò come un fulmine e morse Kyle al volto.

Brenda scagliò un sasso per fargli lasciare la presa, ma ottenne l'effetto contrario: il rettile fece schioccare le mascelle e strappò via la metà destra del viso di Kyle.

La bestia velenosa cadde in acqua seguita dalla pelle avvelenata e dall'occhio azzurro del ragazzo.

La casa dei Wilson era stata costruita infatti al centro del territorio del Bocca di Cotone.

La natura da, la natura prende.

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